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Harraga: in viaggio bruciando le frontiere

In un’epoca in cui il tema dell’immigrazione è una costante nel dibattito nazionale ed internazionale, Giulio Piscitelli, giovane fotoreporter italiano, ha voluto regalare al mondo il proprio contributo vivendo in prima persona lo straziante destino a cui sono sottoposti tutti coloro che decidono di migrare verso l’Europa, documentando le rotte direttrici del traffico umano verso il nostro continente, diventando, lui per primo, un Harraga.

© Foto e libro di Giulio Piscitelli, “Harraga: in viaggio bruciando le frontiere”

L’immigrazione è, da anni a questa parte, argomento caro al dibattito pubblico del nostro paese. Cominciato nel 2013, il fenomeno migratorio è aumentato esponenzialmente, soprattutto verso l’Europa, di fatto aprendo vere e proprie rotte di traffico umano organizzato che, ad oggi, rappresentano l’unica speranza di salvezza per molte persone.

Nonostante il numero di sbarchi effettuati in Italia (e, più in generale, le entrate di migranti in Europa)¹ dall’inizio dell’anno sia calato in maniera sensibile, per molti Europei² – tra cui un numero consistente di italiani – l’immigrazione rimane uno dei problemi percepiti ad urgenza maggiore.

Il nesso, infatti, migrazioni – criminalità è cavallo di battaglia di diversi fronti populisti provenienti dagli ambienti delle destre, che negli ultimi anni in Europa si registrano in numero crescente, basti pensare al consenso ottenuto da Salvini alle ultime elezioni italiane e la sua stessa vicinanza e familiarità con altri gruppi di estrema destra europea, come il Fronte Nazionale francese di Marine Le Pen oppure l’ungherese Orbàn.

L’ostilità europea verso i migranti però non ha mai impedito che questi lasciassero i propri paesi, affrontando rotte al limite pur di raggiungere i confini europei, alla ricerca di un riscatto, per il quale molti di loro sono pronti a morire. Le rotte migratorie verso l’Europa sono un vero e proprio inferno in terra, costellato di insidie e pericoli – naturali e non – che miete vittime ogni anno, la cui unica colpa è voler vivere.

Giulio Piscitelli, fotoreporter italiano, affronta per la prima volta in un unico reportage, le arterie principali di traffico umano, in un toccante diario fotografico che illustra tutte le realtà migratorie che spesso fatichiamo a immaginare. Harraga è questo, un diario visivo in grado di emozionare e commuovere attraverso l’uso dell’immagine in tutta la sua forza, così tagliente ed umano al tempo stesso, in un racconto in prima persona capace di coinvolgere il lettore pagina dopo pagina, mantenendo costante il legame intimo che si crea naturalmente tra lettore e protagonista, Piscitelli, infatti, non si è limitato ad una semplice raccolta di testimonianze riassunte e rappresentate da qualche scatto ad effetto per le comunità occidentali, ma ha deciso di provare sulla sua pelle cosa vuol dire essere un ragazzo Harraga (parola che in arabo indica i migranti, coloro che bruciano le frontiere).

E così la narrazione segue gli sbarchi dalla Tunisia, le enclave spagnole di Melilla, la desolazione del deserto, raccontando, anzi, fotografando, la cruda realtà delle tratte africane che coinvolgono intere aree del continente. L’esperienza di Piscitelli prosegue poi esplorando, con lo stesso amore ed interesse per l’umanità, le rotte migratorie che attraversano i Balcani, dalla Grecia a Idomeni, in cui migliaia di persone vivono in un limbo al confine, cercando di penetrarlo giorno dopo giorno.

L’abilità di Piscitelli sta, in questo contesto, nel raccontare con estrema delicatezza i drammi personali e le vicende che i suoi compagni di viaggio affrontano, con la stessa intimità ed empatia che si riconosce negli scatti, in grado di amplificare la forza della forma diaristica scelta dall’autore.

Frutto di un lavoro iniziato nel 2010, Harraga è una delle testimonianze più accurate ed emozionano del nostro tempo, narrando non solo il viaggio ma anche le attese estenuanti negli appartamenti dei trafficanti di esseri umani, e finalmente l’arrivo dei profughi in Europa, documentando situazioni drammatiche come lo sfruttamento dei braccianti di Rosarno, in Italia, restituendoci una panoramica scioccante su quello che è il fenomeno migratorio più importante della nostra era.

La nostra imbarcazione, dieci metri di legno invecchiato da anni di mare, prosegue senza sosta per le prime otto ore sotto il peso di 120 corpi.”

Giulio Piscitelli

¹ Cruscotto statistico giornalierowww.interno.gov.it, ultima modifica 01/02/2019, data di consultazione 01/02/2019.
² Migranti, per la metà degli italiano sono un problema, non un’opportunità, www.repubblica.it, ultima modifica 23/04/2018, data di consultazione 27/01/2019.

GIULIO PISCITELLI, HARRAGA. In viaggio bruciando le Frontiere, Contrasto, 2017:
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